venerdì 18 marzo 2016

Paolina

Siamo arrivati a Marzo e le cose si stanno muovendo velocemente. Sto per finire il libro e so anche come! Visto che ho dedicato più tempo alla stesura di "Ogni Nuvola..." piuttosto che a scrivere il blog, ci sarebbe troppo da mettere in un solo post, quindi, da ora in poi voglio prendermi il tempo necessario e dedicarmi ai retroscena della storia. Oggi voglio parlare di uno dei personaggi che si è aggiunto al cast del romanzo solo in un secondo tempo: Paolina.
Sebbene questa sia stata nominata all’inizio, nello stesso capitolo in cui abbiamo incontrato Egildo, al tempo non sapevo ancora che mi sarebbe servita come punto di riferimento, un contraltare che mettesse in risalto la figura del notaio all’interno della galassia Cristiano conservatrice in cui gravitano entrambi i personaggi. Al tempo Paolina era solo un nome, poi invece, più indagavo sulla famiglia di Egildo ed il suo ruolo nelle Vedette, più mi convincevo della necessità di sottolineare le sfumature che avrebbero potuto essere presenti in quel mondo a me, tra l’altro, abbastanza estraneo.
Così Paolina si è trasformata in una forza della natura e come si sa, le forze della natura possono avere un elemento di incontrollata distruttività: essere convinti è un pregio, non lo è più se lo si diventa ciecamente, se si toglie l’elemento del dubbio, la capacità di sapere ascoltare. Paolina non lo sa fare e lo vedrete chiaramente, se non lo avete già fatto, nel capitolo 6. Non posso dire di più.
Una delle ragioni per cui mi è piaciuto creare Paolina è che mi ha dato la possibilità di sfogarmi: di creare un carattere che davvero non mi piace e che mi posso permettere di “maltrattare”. Un po’ come l’impellicciata Crudelia Demon nella Carica dei 101: una per cui è difficile provare troppa simpatia (a meno che, ovviamente, non la si pensi allo stesso modo), forse addirittura, correndo il rischio di caricaturalizzarla, un rischio che, ho deciso, vale la pena di correre. CARICATURALIZZARLA...è una parola? Il mio vocabolario virtuale non la vuole riconoscere, ma a me piace e la tengo. Tanto avete capito, vero?

Ecco, vi lascio così, chissà che nei prossimi giorni non vi intrattenga con un piccolo diario di viaggio sulle nostre esplorazioni in Trentino Alto Adige (risalgono a gennaio, ma di tempo ce n’era poco per scrivere). Ciao a tutti da una Brighton piovosa.


lunedì 4 gennaio 2016

Luke


Ben tornati, come avete passato le ferie? Siete già tornati alla normalità? Noi, come di consueto, siamo andati a Littlehampton dove vive la famiglia di Rookie. Ma adesso è con rinnovato entusiasmo che guardo al futuro e ritorno a complottare la trama di “Ogni nuvola ha una fodera d’argento”.
Come avevo accennato, Luke, ha assunto un ruolo di primo piano. Come al solito non voglio rovinare la lettura e quindi cercherò di non menzionare ciò che avviene nel capitolo. Diciamo solo che, adesso, mi sono trovato in due matasse che devo riuscire a sraggomitolare se voglio uscire in modo chiaro dalla situazione in cui ho messo il mio personaggio.
La prima è, quali sono i segreti di Luke? La seconda invece come riconciliare gli ultimi sviluppi con i piani della serata.
Quando mi ero messo a scrivere il capitolo 10, sapevo che dovevo creare un retroscena alla storia di Luke, per presentarlo meglio ed anche per complicare lo sviluppo della storia. In entrambi i casi, cosa sarebbe successo da lì in poi era un mistero anche per me (lo è ancora), in quanto si tratta di un filo del romanzo che, diciamo, non fa parte di quella “rivelazione” che avevo avuto in settembre come accennato qui.
Luke Hoskins. Il cognome è stato scelto in modo casuale: sono andato su una pagina di un gruppo Facebook di cui faccio parte (Brighton Vegan) ed ho puntato il cursore sull’indice dei membri chiudendo gli occhi. Quando li ho aperti il cursore puntava su una ragazza il cui cognome era appunto Hoskins… forse, come dice Rookie, dovrei passare meno tempo da solo!
Quando è apparso per la prima volta alla reception l’ho descritto di media altezza, fisico asciutto, un filo di barba , capelli castano chiari, corti e mossi, ed occhi blue incorniciati da occhiali con la montatura nera. È difficile dire a chi somiglierebbe, se fosse un personaggio famoso, magari un mix tra Moby ( il cantante non il cane della sorella di Rookie, mio incontestabile rivale in amore), ma con capelli, un po’ più alto e con qualcosa di James Franco se avesse i capelli più chiari e gli occhi blue…praticamente non c’azzecca niente né con l’uno né con l’altro!
Comunque sì, Luke si dimostrerà centrale nei prossimi sviluppi del racconto. Tenetelo d’occhio!

Ciao
Eccovi una foto di me e Moby sulla spiaggia di Littlehampton...quando eravamo più giovani 

lunedì 7 dicembre 2015

Per saperne di più

Oggi ho completato l’undicesimo capitolo, quindi voglio prendermi un attimo di riposo e, visto che alcune domande mi vengono chieste spesso, portare alla luce alcuni retroscena del romanzo.
“ Ogni nuvola ha una fodera d’argento” è nato per caso, nel settembre del 2015, dopo una splendida vacanza in Liguria. Dico nato, ma forse dovrei parlare piuttosto di concepimento… visto che la mia piccola creatura non è ancora stata partorita!
In realtà le prime righe del primo capitolo erano state velocemente scritte qualche anno fa avendo in mente la mia amica Lucia. 
Quando penso a Lucia, me la immagino nella sua villetta al villaggio Prealpino, magari al sole nel cortiletto con un gatto o due che si sfruscia contro di lei. Così avevo cominciato una bozza che, dopo poco si era però perduta nel nulla restando chiusa in un file nel mio computer. Finché mi è tornata sotto gli occhi e, non so bene come, in un attimo l’idea per “Ogni nuvola ...” si è materializzata , limpida come un laghetto alpino, dal principio alla fine.
Certo, alcuni personaggi, situazioni e avvenimenti sono diventati chiari o si stanno aggiungendo solo in un secondo tempo, ma la struttura della storia era lì da subito.
Alla fine Lucia nella romanzo non c’è, ma forse si potrebbe dire che un po’ di Lucia si trova nelle tre amiche e lo stesso si può dire per gli altri protagonisti del libro che, pur non contenendo personaggi reali, ovviamente trova ispirazione in amici nuovi o di vecchia data, personaggi della cronaca e caratteri che fanno da sottofondo alla Brescia che conosco da quando ero bambino.
Sergio. No, non sono io, anche se non mi spiacerebbe ed anche se ho attinto ad alcune mie esperienze facendole diventare sue. Diciamolo subito: è più giovane di me, un ragazzo trentenne che, come dice sua mamma è anche di bella presenza, non che io sia da buttare via!
Da subito volevo farlo diventare quel personaggio che, grazie al suo essere perennemente impacciato ma allo stesso tempo pronto a mettersi in discussione senza tirarsi indietro da situazioni inaspettate, potesse “spingere” il romanzo nella direzione che volevo dargli. Lui e Luke, che come vedremo nel prossimo capitolo, metterà a sua volta in moto una catena di eventi inaspettata.
Egildo è un altro personaggio chiave ( vado avanti così dirò che lo sono tutti… in fondo è vero), ma non voglio dire troppo e non posso: immaginatevi il putiferio se dovessi rivelare cosa ho in serbo nei prossimi capitoli! Diciamo solo che Egildo, forse, è il Sergio del campo opposto, anche lui con un apparente predisposizione a sentirsi come un pesce fuori dall’acqua.
Le donne del romanzo sono caratteri forti, sanno quello che vogliono anche se, come nel caso di Sabrina, il divario tra quello che vogliono e quello che gli è stato riservato è spesso ampio, ma che hanno comunque la determinazione di non farsi vincere, semmai capovolgere la situazione a loro vantaggio.
Poi c’è Paolina, anche lei sa quello che vuole, molto bene, ma è incapace di provare quell’empatia che spesso è l’unica arma che ci salva dal scivolare verso l’odio.
Pierina e Clara, ancora due personaggi d’invenzione che comunque potrebbero essere familiari a chi bazzica, o forse, bazzicava per le vie del Carmine.


Piccola curiosità di cui nemmeno io ero a conoscenza fino a poche settimane fa quando chiamai mia mamma per chiederle se avessi scelto la via giusta, quella dove le prostitute si siedono ad aspettare clienti… non che mia mamma sia un’esperta in materia. La risposta fu sì, via Borgondio era quella giusta e, sorpresa sorpresa… una zia di mia mamma negli anni ‘50 “lavorava” proprio lì! In più c’è un mistero legato a questa mia prozia (si dice così?): venne trovata morta nella stanza dove portava i clienti, inizialmente si parlò di omicidio con il coinvolgimento di un fantomatico uomo dalla giacca blue, forse, invece si trattò di un malore. Il caso è ancora aperto… e con questo alone di mistero vi saluto. Alla prossima!

lunedì 30 novembre 2015

Il Lake District

Buongiorno. So che ve lo state chiedendo, sto molto, molto meglio, grazie, il mio mal di schiena non è altro che un lontano ricordo. Così lontano che da quando ci siamo sentiti la volta scorsa, devo aver camminato più di 150Km... va bene, forse 80, ma la maggior parte di questi in verticale, il che deve essere preso in considerazione!
Rookie ed io abbiamo una tradizione che è cominciata nel primo anniversario di quando ci siamo conosciuti: prendiamo una settimana di ferie e noleggiamo un cottage da qualche parte nella campagna inglese, prima c’è stato Cambridge ( va bè, non proprio rurale), poi St. Ives in Cornovaglia, Settle nel Yorkshire Dales, Porlock in Exmoor, Winster nel Peak District, Crickhowell in Galles e quest'anno Keswick nel Lake District (più e più avventurosi con il passare degli anni vi sento dire).


Bè, è ​​stato sensazionale: l'autunno mite ha giocato a nostro favore facendo sì che gli alberi offrissero colori caldi, pesanti nuvoloni venivano intervallati da profondi cieli blue e, ne siamo grati, pochissima pioggia. Ma lasciate che vi accompagni attraverso un percorso fotografico.
Si tratta di Newlands, una valle appena fuori Keswick a ovest. Uno dei miei posti preferiti e il punto di partenza di tante camminate. Che un giorno qualche personaggio di “Ogni nuvola...” venga in vacanza qui?





Questo è ancora Newlands, ma visto da Catbell (che originalmente significava “il riparo del gatto selvatico”… a chi serve Wikipedia quando ci sono io?) una delle colline più popolari dei laghi, un bel percorso circolare molto lungo che unisce Maiden Moor, High Spy e alla fine Borrowdale



Una splendida domenica mattina con una camminata fino alla cima di Skiddaw, questa è la valle appena a nord di Keswick. Si tratta di un percorso ripido, ma molto popolare, a quanto pare troppo troppo affollato in estate, ma essendo novembre, era quasi tutto per noi e basta!




Andiamo su tra le nuvole, su su sempre più su.
Il giorno dopo abbiamo deciso di andare a fare una camminata piuttosto lunga (20 Km, ricordate, per lo più in verticale!), Il cosiddetto ferro di cavallo di  Heel Crag, che si è dimostrata una delle passeggiate più sorprendenti, a volte anche pericolosa e vertiginosa ma, ricordatevi...chi sta scrivendo questo blog non è esattamente una capretta di montagna, un agnello primaverile, semmai.
Questo è un tratto della camminata, si può vedere Keswick vicino al lago e le montagne di Skiddaw in lontanaza.



Abbiamo fatto molte altre camminate meravigliose, fino al penultimo giorno quando abbiamo deciso di andare a Borrowdale da Seatoler che, apparentemente, è il posto abitato dell'Inghilterra in cui piove di più, 2 giorni su 3. Ovviamente eravamo dalla parte sbagliata delle statistiche.

Mi ero portato il computer con me così da poter continuare a scrivere "Ogni nuvola..." la mattina presto o la sera prima di andare a letto. Le cose si stanno movimentando!. Ciao

martedì 3 novembre 2015

Va meglio!

La farmacista, ieri, è stata piuttosto gentile, ha sorriso, mi ha spiegato che cosa mi era successo e perché la schiena mi facesse male. Lei; Jane diceva la spilla sul suo camice, si accorse del mio accento in un attimo e per ragioni a me sconosciute, durante la nostra breve conversazione, decise di abbandonare diversi articoli e congiunzioni, forse premurosa che così l’avrei capita meglio. « 5 giorni non meglio vai dottore», mi disse Jane dopo aver consigliato un massaggio caldo per la mia schiena. «...riposo ma muovi o muscoli deboli».
Quindi questa mattina mi svegliai sentendomi già un po’ meglio, ma non ancora pronto per il lavoro. Poco dopo le 8.00 il mio cellulare squillò (non una cosa insolita per un telefono, ma abbastanza rara per il mio). Era Lee: un amico ed anche il mio ex insegnante, quando praticavo il corso di guida turistica. L’ultima volta che l’avevo visto erano stati sei anni prima, quando si era trasferito nelle verdi vallate del Galles.
Stava guidando verso Brighton, “ero libero?”, mi chiese. Mi vennero subito in mente le sagge parole pronunciate da Jane su come fosse importante mantenermi attivo e così decisi di incontrarlo per un caffè da qualche parte vicino molo.
Mentre Lee ed io stavamo organizzando i dettagli dell’incontro, il caro Rookie entrò nella stanza per salutarmi, pronto per andare al lavoro. Avendo intuito quello che veniva discusso, una volta che salutai Lee e spensi il cellulare, mi diede uno dei suoi sorrisi affascinanti e piuttosto seccamente commentò «Se stai abbastanza bene per andare a prendere un caffè stai abbastanza bene per andare a lavorare...». Cristo! Il mio innato senso di colpa cattolico (anche se ormai non più) risorse più veloce del caro vecchio Lazzaro. Per fortuna le parole di Jane mi vennero in soccorso "Vado lavoro schiena più male. Tu no capisce", e con quelle perle di saggezza augurai a Rookie una bella giornata, aspettai che se ne andasse e quindi tornai al romanzo domandandomi cosa fare con Luke e Sergio...

lunedì 2 novembre 2015

Come nasce un blog

Ieri, soddisfatto con il mio acquisto: una cuffia termica da portare con me al Lake District, diedi un bacio a Rookie (così come Mark verrà chiamato da qui in poi, una storia lunga) e quindi mi diressi verso il lavoro. Fu quando mi abbassai per sollevare uno scatolone di pasta; non poteva che essere pasta, che sentii il primo avviso di un dolore nella parte bassa della schiena, mi augurai che passasse presto. Invece quando otto ore dopo uscii dal negozio dirigendomi verso casa il dolore era più acuto che mai.
Mi piace novembre, l’ora legale è finita da poco ed ancora ci si sorprende all’improvviso calare della sera. Quando guardo fuori dalle larghe vetrate verso Kensington Gardens (una delle viuzze caratteristiche di Brighton non il parco a Londra), la strada è ancora affollata, ma una sottile coltre sta già avvolgendo tutto e le luci illuminano i tanti piccoli negozi anche se è ancora presto. Ti da la voglia di una cioccolata calda, magari anche con spezie e cannella come si usa a volte qui.
Ieri, essendo domenica, finii di lavorare alle 17.30 e quindi mi diressi verso casa facendo attenzione a dove posavo il peso per non esacerbare il dolore. Faceva un caldo insolito, fuori stagione, tanto che piegai la giacca mettendola nello zaino. Attorno a me un esercito di chiacchiericci morti viventi andava da un pub all’altro, di festa in festa, alla ricerca del prossimo “dolcetto o scherzetto”. Certo che un po’ di nebbia ci sarebbe stata bene, invece niente, neanche la pioggia.
Arrivai a casa, pescai le chiavi dalla tasca e venni immediatamente accolto dalla musica disco che proveniva da dietro la porta della cucina, allo stesso tempo l’aroma di patate al forno mi fece deglutire affamato.
« Usciamo stasera?» urlai nella direzione della cucina,« No, non stasera» fu la risposta di Rookie.
« Oh, allora chiudo!» dissi girando le chiavi nella serratura.
Dovete sapere che questo piccolo scambio è un rituale assolutamente superfluo che ripetiamo ogni sera: noi non usciamo. MAI! Ci fa piacere pensare che vorremmo farlo, dopotutto Brighton è una città che ha tanto da offrire, ma la verità è che pochi posti generano la stessa attrazione del nostro divano, specialmente quando le sere sono lunghe e la TV ha tanto da offrire ( si possono dire tante cose sugli inglesi, ma sanno come fare buona TV).
Il che non promette bene per un blog interessante.
Il fatto è che prima di questa mattina non mi ero neppure immaginato di iniziare un blog. Contrariamente alle mie aspettative il mal di schiena è più forte che mai, sono riuscito a male pena a scendere in cucina e farmi un caffè, mentre Rookie dorme beatamente di sopra. Ho acceso il computer e quindi ho controllato le mie solite cose: Repubblica, Bresciaoggi, The Guardian e poi qualche blog che seguo regolarmente.
Ed è stato in quel momento che ho pensato, “perché no?” Perché non fare un blog che potrebbe accompagnare il romanzo che sto scrivendo e magari aggiornare amici lontani su quello che sta accadendo quassù nella Perfida Albione.
Ovviamente spero che dopo gli entusiasmi iniziali il blog possa sopravvivere agli altri impegni, al lavoro e anche, semplicemente, all’energia creativa. Potrebbe essere un buon esercizio.
Quindi lasciatemi darvi il benvenuto, mettetevi comodi e conosciamoci meglio.

Chi l’avrebbe mai detto che un semplice mal di schiena avrebbe portato alla nascita di un blog? Ogni nuvola ha una fodera d’argento...se non sapete ancora cosa significa dovete davvero leggere il libro. Alla prossima!