Oggi
ho completato l’undicesimo capitolo, quindi voglio prendermi un
attimo di riposo e, visto che alcune domande mi vengono chieste
spesso, portare alla luce alcuni retroscena del romanzo.
“ Ogni
nuvola ha una fodera d’argento” è nato per caso, nel
settembre del 2015, dopo una splendida vacanza in Liguria. Dico nato,
ma forse dovrei parlare piuttosto di concepimento… visto che la mia
piccola creatura non è ancora stata partorita!
In
realtà le prime righe del primo capitolo erano state velocemente
scritte qualche anno fa avendo in mente la mia amica Lucia.
Quando
penso a Lucia, me la immagino nella sua villetta al villaggio
Prealpino, magari al sole nel cortiletto con un gatto o due che si
sfruscia contro di lei. Così avevo cominciato una bozza che, dopo
poco si era però perduta nel nulla restando chiusa in un file nel
mio computer. Finché mi è tornata sotto gli occhi e, non so bene
come, in un attimo l’idea per “Ogni nuvola ...” si è
materializzata , limpida come un laghetto alpino, dal principio alla
fine.
Certo,
alcuni personaggi, situazioni e avvenimenti sono diventati chiari o
si stanno aggiungendo solo in un secondo tempo, ma la struttura della
storia era lì da subito.
Alla
fine Lucia nella romanzo non c’è, ma forse si potrebbe dire che un
po’ di Lucia si trova nelle tre amiche e lo stesso si può dire per
gli altri protagonisti del libro che, pur non contenendo personaggi
reali, ovviamente trova ispirazione in amici nuovi o di vecchia data,
personaggi della cronaca e caratteri che fanno da sottofondo alla
Brescia che conosco da quando ero bambino.
Sergio.
No, non sono io, anche se non mi spiacerebbe ed anche se ho attinto
ad alcune mie esperienze facendole diventare sue. Diciamolo subito: è
più giovane di me, un ragazzo trentenne che, come dice sua mamma è
anche di bella presenza, non che io sia da buttare via!
Da
subito volevo farlo diventare quel personaggio che, grazie al suo
essere perennemente impacciato ma allo stesso tempo pronto a mettersi
in discussione senza tirarsi indietro da situazioni inaspettate,
potesse “spingere” il romanzo nella direzione che volevo dargli.
Lui e Luke, che come vedremo nel prossimo capitolo, metterà a sua
volta in moto una catena di eventi inaspettata.
Egildo
è un altro personaggio chiave ( vado avanti così dirò che lo sono
tutti… in fondo è vero), ma non voglio dire troppo e non posso:
immaginatevi il putiferio se dovessi rivelare cosa ho in serbo nei
prossimi capitoli! Diciamo solo che Egildo, forse, è il Sergio del
campo opposto, anche lui con un apparente predisposizione a sentirsi
come un pesce fuori dall’acqua.
Le
donne del romanzo sono caratteri forti, sanno quello che vogliono
anche se, come nel caso di Sabrina, il divario tra quello che
vogliono e quello che gli è stato riservato è spesso ampio, ma che
hanno comunque la determinazione di non farsi vincere, semmai
capovolgere la situazione a loro vantaggio.
Poi
c’è Paolina, anche lei sa quello che vuole, molto bene, ma è
incapace di provare quell’empatia che spesso è l’unica arma che
ci salva dal scivolare verso l’odio.
Pierina
e Clara, ancora due personaggi d’invenzione che comunque potrebbero
essere familiari a chi bazzica, o forse, bazzicava per le vie del
Carmine.
Piccola
curiosità di cui nemmeno io ero a conoscenza fino a poche settimane
fa quando chiamai mia mamma per chiederle se avessi scelto la via
giusta, quella dove le prostitute si siedono ad aspettare clienti…
non che mia mamma sia un’esperta in materia. La risposta fu sì,
via Borgondio era quella giusta e, sorpresa sorpresa… una zia di
mia mamma negli anni ‘50 “lavorava” proprio lì! In più c’è
un mistero legato a questa mia prozia (si dice così?): venne trovata
morta nella stanza dove portava i clienti, inizialmente si parlò di
omicidio con il coinvolgimento di un fantomatico uomo dalla giacca
blue, forse, invece si trattò di un malore. Il caso è ancora
aperto… e con questo alone di mistero vi saluto. Alla prossima!