lunedì 7 dicembre 2015

Per saperne di più

Oggi ho completato l’undicesimo capitolo, quindi voglio prendermi un attimo di riposo e, visto che alcune domande mi vengono chieste spesso, portare alla luce alcuni retroscena del romanzo.
“ Ogni nuvola ha una fodera d’argento” è nato per caso, nel settembre del 2015, dopo una splendida vacanza in Liguria. Dico nato, ma forse dovrei parlare piuttosto di concepimento… visto che la mia piccola creatura non è ancora stata partorita!
In realtà le prime righe del primo capitolo erano state velocemente scritte qualche anno fa avendo in mente la mia amica Lucia. 
Quando penso a Lucia, me la immagino nella sua villetta al villaggio Prealpino, magari al sole nel cortiletto con un gatto o due che si sfruscia contro di lei. Così avevo cominciato una bozza che, dopo poco si era però perduta nel nulla restando chiusa in un file nel mio computer. Finché mi è tornata sotto gli occhi e, non so bene come, in un attimo l’idea per “Ogni nuvola ...” si è materializzata , limpida come un laghetto alpino, dal principio alla fine.
Certo, alcuni personaggi, situazioni e avvenimenti sono diventati chiari o si stanno aggiungendo solo in un secondo tempo, ma la struttura della storia era lì da subito.
Alla fine Lucia nella romanzo non c’è, ma forse si potrebbe dire che un po’ di Lucia si trova nelle tre amiche e lo stesso si può dire per gli altri protagonisti del libro che, pur non contenendo personaggi reali, ovviamente trova ispirazione in amici nuovi o di vecchia data, personaggi della cronaca e caratteri che fanno da sottofondo alla Brescia che conosco da quando ero bambino.
Sergio. No, non sono io, anche se non mi spiacerebbe ed anche se ho attinto ad alcune mie esperienze facendole diventare sue. Diciamolo subito: è più giovane di me, un ragazzo trentenne che, come dice sua mamma è anche di bella presenza, non che io sia da buttare via!
Da subito volevo farlo diventare quel personaggio che, grazie al suo essere perennemente impacciato ma allo stesso tempo pronto a mettersi in discussione senza tirarsi indietro da situazioni inaspettate, potesse “spingere” il romanzo nella direzione che volevo dargli. Lui e Luke, che come vedremo nel prossimo capitolo, metterà a sua volta in moto una catena di eventi inaspettata.
Egildo è un altro personaggio chiave ( vado avanti così dirò che lo sono tutti… in fondo è vero), ma non voglio dire troppo e non posso: immaginatevi il putiferio se dovessi rivelare cosa ho in serbo nei prossimi capitoli! Diciamo solo che Egildo, forse, è il Sergio del campo opposto, anche lui con un apparente predisposizione a sentirsi come un pesce fuori dall’acqua.
Le donne del romanzo sono caratteri forti, sanno quello che vogliono anche se, come nel caso di Sabrina, il divario tra quello che vogliono e quello che gli è stato riservato è spesso ampio, ma che hanno comunque la determinazione di non farsi vincere, semmai capovolgere la situazione a loro vantaggio.
Poi c’è Paolina, anche lei sa quello che vuole, molto bene, ma è incapace di provare quell’empatia che spesso è l’unica arma che ci salva dal scivolare verso l’odio.
Pierina e Clara, ancora due personaggi d’invenzione che comunque potrebbero essere familiari a chi bazzica, o forse, bazzicava per le vie del Carmine.


Piccola curiosità di cui nemmeno io ero a conoscenza fino a poche settimane fa quando chiamai mia mamma per chiederle se avessi scelto la via giusta, quella dove le prostitute si siedono ad aspettare clienti… non che mia mamma sia un’esperta in materia. La risposta fu sì, via Borgondio era quella giusta e, sorpresa sorpresa… una zia di mia mamma negli anni ‘50 “lavorava” proprio lì! In più c’è un mistero legato a questa mia prozia (si dice così?): venne trovata morta nella stanza dove portava i clienti, inizialmente si parlò di omicidio con il coinvolgimento di un fantomatico uomo dalla giacca blue, forse, invece si trattò di un malore. Il caso è ancora aperto… e con questo alone di mistero vi saluto. Alla prossima!

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